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— Oh! chi vedo mai, sposina?
Questa esclamazione uscì in note giulive dall’ampio petto della signora Chiara. — Se ne ricordano ancora i lettori? Probabilmente no — e a questo modo potranno dividere il movimento di stupore che fece Giulia.
— Come! come! Ella non mi riconosce? — eravamo pur buoni vicini prima che....
— Diffatti; mi ricordo ora perfettamente. Scusi sa? — tanto tempo, tante vicende....
— Ma si figuri! S’accomodi, la prego — qui, qui vicino a me. A che cosa devo il bene d’una sua visita?
Questa domanda semplicissima e naturale mise Giulia in imbarazzo — esitò un istante cercando la frase, pensò se era il caso di inventare una piccola menzogna, ma poi, guardando il volto benevolo e simpatico della signora Chiara, si sentì côlta da una specie di tenerezza, da un bisogno irresistibile di sfogarsi — che era per vero dire compatibilissimo quando si rifletta che da sei mesi non aveva parlato con anima viva.
La signora Chiara, quasi indovinando quello che si agitava nella mente della giovane, e correndo col pensiero a certe voci che la cronaca scandalosa le aveva susurrate all’orecchio, le si fece d’accanto col piglio amorevole d’una madre, stringendole la mani, e accarezzandole i capelli in atto dolcemente famigliare: