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riusciva pesante, che egli non avrebbe mai parlato, ma poichè ella si lagnava....

Fu messa avanti la parola separazione.

Gli interessi poi andavano male. Era impossibile tornare al podere nonchè pagarne il fitto.

Della dote di Giulia restava giusto appena per poter vivere lei. Egli pensava emigrare in Inghilterra. Lo zio Prospero gli avrebbe fornito una somma ragionevole, e con quella voleva tentare nuova fortuna.

Sul punto di separarsi Olimpio, disse:

— Ti offrirei un alloggio nella mie due camere... ma sono così ristretto!

Un lieve rossore colorì le guancie di Giulia che non rispose nulla.

Per quella notte dovette acconciarsi in un albergo, ma non era suo pensiero rimanervi e incaricò la moglie dell’albergatore di procacciarle una cameretta presso onesta famiglia.

— Ho il fatto suo — le disse il giorno dopo l’albergatrice — una bella camera, a secondo piano, casa signorile, buon vicinato; appartiene a un maestro di musica che per il momento viaggia all’estero.

— Ma sarò sola! interruppe Giulia che aveva preso la solitudine in orrore.

— C’è la padrona di casa che tiene le chiavi della camera e che è la miglior signora ch’io abbia mai