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E chi può dire fin dove spaziava il suo pensiero angosciato? Chi ardirebbe seguirla in quel turbine vorticoso di desiderii, di aspirazioni, di memorie, di rimpianti?...

In una di quelle sere più freddo e più acuto fischiava il vento nei rami dei pioppi. Giulia piangeva al davanzale della sua finestra, mentre la serva, accoccolata in un angolo della camera, dormicchiava sulla calza.

Giulia aveva pensato a sua madre, e una infinita malinconia le struggeva il cuore.

— Signora, disse la serva, a star sempre così esposta all’umido finirà per ammalarsi.

Giulia si mosse, ma in quel medesimo istante il suo sguardo cadendo sul bruno filare dei pioppi avvertì un’ombra che fuggiva.

L’apparizione era insolita e, in quel luogo deserto, anche paurosa. Gettò un grido, e nel ritirarsi rapidamente, còlta da sgomento, lasciò cadere il fazzoletto che teneva in mano tutto bagnato di lagrime.

— Che è stato? domandò la serva.

— Un uomo, dietro quel grosso pioppo...

— Sarà qualche contadino che avrà smarrito il sentiero.

— No, non è un contadino. Ha un lungo mantello nero, e l’aria, il portamento lo dicono di città.