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lenzio tutte le piante, tutti i sassi, tutti i muri. Andando in chiesa una domenica — l’ultima domenica — salutai pure da lontano la Querciaia ricordando il giorno sereno in cui l’avevo visitata con altri occhi e con un altro cuore.

— Io so — dissi a mio cugino la vigilia della partenza avendomi sorpresa dinanzi al cembalo occupata a riunire la musica — che dovrò pur rivedere questi cari luoghi e questi cari oggetti, ma li rivedrò io come sono ora?

— Siatene certa. Che mai si perde lungo la vita se non la materialità del fatto? Lo spirito delle cose è immortale. È questo in fondo ciò che noi amiamo.

Egli sapeva dire, come sempre, al momento opportuno le parole più penetranti. A un tratto mi chiese:

— Fate conto di portare questa musica a Parigi?

Ebbi un momento di confusione durante il quale dai tasti del cembalo