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prendendo possesso di un ampio cassettone a piano di marmo e di una libreria capace che aveva appartenuto ad un vecchio prete.

Minna non lo aveva visto quel giorno. Mentre rientrava da una corsa fatta la sua compagna le disse appena: — È arrivato. Ha detto di trasportargli il letto dall’altra parte; sarà per domattina. Niente altro.

Ma ricamando sotto la sua finestra all’ultima luce del sole morente, Minna udì il forestiero che camminava in su e in giù, mettendo a posto i libri, leggendo forte il titolo di qualcuno; e quella voce nuova che penetrava nella sua camera, quella voce di uno che non conosceva e che pur veniva a raggiungerla nella sua intimità le aveva fatto l’impressione acuta di un grido di sentinella nella notte.

Anche nei giorni seguenti non lo incontrò subito. Egli usciva di buon mattino; la porta della sua camera non comunicava coll’appartamento; la sola comunicazione era la finestra che metteva sul balcone accanto alla finestra della camera di Minna, la quale per un intimo senso di pudore non usciva