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Del Paraguai. 31

gno, benchè con gran fatica delle loro braccia.

Sono quegl’ Indiani di statura per l’ordinario alta, robusti, agili di corpo, di volto non dissimile da gli Europei, se non che il colore lor proprio, non già nero, li fa subito distinguere da questi. Poco cresce la lor barba, ed anche vien tardi. Si lasciano crescere i capelli, e chi più lunghi li tiene, vien creduto da essi il più bello; tutti nondimeno li portano rabbuffati, perchè sprovveduti di pettine. Molti uomini vanno per lo più nudi, portando al collo per ornamento certe pietre, che alla vista pajono smeraldi e rubini; ed usando nelle feste, e solennità una fascia alla cintura, composta di piume di diversi colori, che fa una vista bellissima, siccome ancora in capo pennacchi delle medesime piume. Parecchi luoghi s’incontrano, dove le donne portano una camiciuola chiamata Tipoy con delle maniche fino al gomito, la qual discende fino al ginocchio. Più esemplari son divenuti i Tipoy fra le Indiane Cristiane, siccome diremo. La destrezza del corpo, e il valore, si contano per doti, delle quali ogn’ Indiano si pregia. Però si dan tutti per tempo al maneggio dell’armi, le quali consistono nell’uso dell’arco e delle freccie, avvezzandosi a tirar giusto. E che in ciò riescano assai bene, si conosce dalle lor caccie, perchè vi prendono non minor copia d’animali, e d’uccelli, che facciano gli Europei coi loro fucili. Adoperano eziandio per combattere da vicino certe Mazze, composte dì legno pesante e durissimo, che pajono palette, nel mezzo grosse, e ne i lati acute e taglienti. Altri ci sono, che portano anche scudi assai grandi di legno, de’ quali si servono, allorchè vanno alla guerra. E guerra appunto succede bene spesso fra le Popo-