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alla seguente petizione diretta ai due rami del Parlamento onde ci sia accordato il voto politico.

La direzione del Giornale La Donna, scritto esclusivamente da donne e che da ormai nove anni tiene alta la bandiera dei nostri diritti, si è incaricata di raccogliere le firme e ricapitarle.

Signori Senatori, Signori Deputati.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri nel suo programma di Governo, il quale ebbe efficacia di commuovere a speranza tutti gli italiani, stigmatizzò alcune leggi che basandosi sopra nude presunzioni legali infirmano la realtà.

Ora una classe innumerevole di cittadini trovasi avviluppata in una veste giuridica, la quale, emanazione di tempi disparati, reliquia di tradizioni antiquate, che il progresso delle scienze sociali ha demolite da ogni altra parte, rappezzatura di dritto romano e di dritto consuetudinario straniero, astrae dalla realtà presente e si afferma come un fatto isolato nel corpo delle istituzioni moderne.

Ora questa massa di cittadini che ha diritti e doveri, bisogni ed interessi, censo e capacità, non ha presso il corpo legislativo nessuna legale rappresentanza, sicchè l’eco della sua vita non vi penetra che di straforo e vi è ascoltata a mala pena.

Noi italiane ci rivolgiamo perciò a quel parlamento, che col Governo ha convenuto doversi alla presunzione sostituire la realtà, affinchè posti in disparte i dottrinarî apprezzamenti e le divagazioni accademiche sulla entità e modalità della nostra natura, e sul carattere della nostra missione, voglia, considerandoci nei nostri soli rapporti con lo Stato, riguardarci per quello che siamo veramente: