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Molti di voi, e dei migliori, passarono nel nostro campo con armi e bagaglio, sicchè il Büchner ad esempio, capoccia di quella scuola materialista che dal peso e misura del cervello dedusse la nostra inferiorità intellettuale, parlando recentemente in una pubblica adunanza in America, affermava che la superiorità intellettuale della donna in quella parte di mondo è incontestabile. E qui faccio punto.

Ottenuta la ricognizione della nostra capacità sul terreno teoretico, ci è conteso di goderne il frutto nel terreno pratico.

Nella famiglia, nella città, nello stato, pare che l’esercizio del nostro diritto sia in collisione con l’altrui e nuoca alla società ed a noi stesse.

Non posso a meno di vedere una analogia fra il nostro caso e quello delle nazioni d’Occidente quando volevano strappare ai poteri dispotici l’abdicazione in favore della sovranità popolare e questi respingevano la domanda dichiarandoli incompatibili coi diritti antichissimi della corona. Ma fare appello all’antichità nelle cose umane è follia, perchè la vecchiaja è per lo appunto condannata a morire, quindi l’abdicazione fu fatta ed ora popoli e re hanno trovato un nuovo equilibrio.

Lo stato era nell’antichità pagana una aggregazione di famiglie e la legge d’armonia volendo l’armonia del tutto e delle parti, erigeva la famiglia aristocratica. Il volere del Capo di famiglia era legge e ragione, freno e motore, principio e fine dell’attività famigliare, come il volere del Capo dello Stato, individuo od ente collettivo, era legge innappellabile in quella società, che non aveva ancora escogitata la umana personalità.

Lo stato moderno invece, basato sulla affermazione di questa personalità, è una aggregazione d’individui – e, perchè il concetto dello Stato si discosti viemmeglio dal concetto della famiglia, gli si sono levate parecchie attribuzioni, che rilevavano