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senza sospettare che ci si lascia invece guidare dal genio lucido e sereno dell’autore. Una induzione del Darwin deriva sempre da un’altra più semplice, e si sale così di induzione in induzione e di legge in legge sino ai concetti più generali della teoria, ciascun dei quali si congiunge e si rannoda coi vicini, coi soprastanti e cogli inferiori. La prova che il darwinismo ha dato delle dottrine evoluzionistiche sta appunto in questo concatenarsi e succedersi quasi fatale di fatti e di leggi: l’union fait sa force.

La varietà delle cognizioni scientifiche del Darwin ha in sé qualche cosa di eccezionale e, starei per dire, di formidabile. Non v’ha parte della biologia dov’ei non abbia gettato il suo sguardo scrutatore, scoprendo tesori immensi là dove altri supponeva d’aver tutto mietuto. Numerosissimi fatti oscuri, insignificanti, negletti da tutti, ma illuminati da lui, ingigantirono di improvviso, e con sbigottimento delle scuole ortodosse: in una teoria, che doveva comprendere e spiegare fenomeni così complessi come quelli del mondo vivente, nessun fatto particolare poteva essere dimenticato, né lo fu. Argomenti che i naturalisti seri riguardavano quasi con disprezzo, presero d’allora in poi il primo posto: così per i costumi degli animali e delle piante abbandonati prima ai dilettanti od ai viaggiatori; così per le ricerche fisiologiche, subordinate per l’addietro alle osservazioni morfologiche; così per lo studio delle varietà, che sorpassò in valore, se non soppresse, quello sistematico delle specie.

Le doti precipue nel genio del Darwin sono due e rifulgono splendidissime nel suo metodo: un profondo spirito di osservazione congiunto ad una potenza straordinaria nell’indurre, ed una perseveranza invincibile e serena. Che il Darwin sapesse scrutare per entro ai fenomeni della natura e distinguere in ogni fatto la parte fondamentale da ciò che è solamente accessorio, o, per dirla colle scuole filosofiche e sotto un significato puramente relativo, la sostanza dalla modalità, è provato dall’ampiezza delle sue indagini non mai raggiunta da alcun altro pensatore, se ne togli forse Aristotele fra gli antichi, e dalla novità delle sue investigazioni originali. Questa superiorità del Darwin come osservatore e come interprete dei fenomeni naturali si palesa in particolar modo in quei territori della scienza che egli ebbe agio di percorrere più a lungo, e dove ogni suo passo lasciò orme imperiture, facendo sgorgare quasi per miracolo dal suolo, che pareva arido od esausto, una quantità strabocchevole di fatti e di