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creature che amano da lungo tempo nel segreto dell’anima, che si purificano, che s’innalzano, che attingono sempre nuova lena da quell’amore.

Fiena e Gastone erano sul divanetto a due posti vicini, da sposi o da innamorati. La marchesa ricordava d’essere stata molte volte su quel divano con molto persone successivamente, con suo marito no; il marchese Alfonso era sofferente, e stava lontano, da solo, guardandola intensamente mandandole di tanto in tanto ondate di passione profonda dai grandi occhi neri.

Ricordava d’avere ascoltato moltissimo dichiarazioni, ch’ella mentalmente confrontava, analizzava come altrettanti documenti letterari.

Parlava al marito dell’amica con quel suo fare indolente di qualche volta, quando voleva darsi tempo a pensare alle parole, a studiare l'interlocutore.

— Starete molto a Firenze?

— Molto. Diana ne è deslata, fortuna fortuna che ci siete voi ...

— Voi possedete una moglie perfetta.

— E mia moglie possiede un’amica

—.... complimenti non ne voglio bisogna che impariate a conoscermi, conte, io sono cattiva, è sorrideva graziosamente, eppure qualcheduno mi vuol bene, Diana per esempio.

— Lo credo, e quanto!

— Me ne vorrete anche voi col tempo, un pochino, tanto così per riflesso ...

Diana sfogliava un giornale, il duca non osava rivolgerle la parola pel primo; finalmento si vinse.