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nicri-Riccio; Magistro Cicco de Senis prò costruenda quadam sepoltura in Ecclesia S. Corporis Christi prò sepeliendo corpore Ducis Caìabriae et prò quodam alio sepulchro parvo ubi nunc requiescit corpus dicti Ducis nnc. 53 tar. 3 concordatis.

E quanti altri nomi e quante altre opere egregie vengono fuori, se per poco si spinga lo sguardo anche nelle Province, che formavano l'antico reame di Napoli, fino a pochi anni addietro del tutto inesplorate; quale materiale nuovo e ricchissimo è apparecchiato a chi, con animo scevro da passione, voglia scrivere la storia dell’arte nostra, raggruppando e classificando con giudizio nomi, fatti, epoche e monumenti! Allora ci accorgeremo quanto sia giusta la opinione del Perckins, il quale nella sua Storia della scultura in Italia non dubitò di affermare, che le interessanti opere di scultura e di architettura nelle Province del Mezzogiorno, appartenendo ad un’epoca ben determinata fra l’arte antica e la moderna, lo impressionarono diversamente che i monumenti del resto d’Italia; e dopo di aver viste la famose porte di bronzo a Trani, Ravello, Monreale, stimò i bassorilievi che le adornano superiori a quelli degli artisti contemporanei, quale il Wilgelmus e l’Anselmus che si ammirano a Modena ed a Milano; allora con animo tranquillo ben volentieri accetteremo quanto scrisse Demetrio Salazaro, che nella pittura soprattutto il movimento progressivo si accentuò nelle Province del mezzogiorno più che altrove, e che dapprima semplice nel concetto, arida nella forma, ma inarrivabile nella espressione, decadde sotto il vano ingombro bizantino per riapparire poi nella sua forma primitiva nel secolo XI; o quanto lasciò notato l'illustre Cavalcaselle, che il prosperare cioè delle arti nel Mezzodi d’Italia a preferenza che nelle altre provincie, dipese in gran parte dagli elementi arabo e bizantino in unione dell’elemento pagano, il quale, per le tradizioni ivi durate del classico, in certa guisa potrebbe dirsi l’elemento locale.

E giova qui brevemente avvertire, per non ripetere quanto da noi lungamente si è detto nella nostra monografia intorno alla «Cultura artistica delle Province del Mezzogiorno d’Italia dal IV al XVIII secolo» che, pur propensi a riconoscere l’influenza dello stile greco bizantino e dell’elemento arabo moresco in alcuni de’ nostri monumenti architettonici, e principalmente in quelli della Puglia e della Sicilia, negli ornati e nelle decorazioni de’ medesimi; la scultura, e