Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 34 — |
e città, e fra queste e la Capitale, si dettero a costruire comode vie per quasi tutto il mondo da essi soggiogato, a misura che estendevano le loro conquiste — Primum Poeni dicuntur vias lapidibiis stravisse; postea Romani per omnem poene orbem disposuerunt vias propter rectitudinem itinerum et ne plebs esset otiosa — da cui chiaro apparisce i Romani aver fatto costruire le vie, non solo per ottenere dalla rettitudine de’cammini facili trasporti, ma per dar lavoro alla plebe e tenerla occupata. Dopo la via Appia — regina viarum — la quale da Roma portava a Capua, una delle principali vie era la Salaria. Questa magnifica strada passava lungo la sponda destra del Tronto, e, giunta a Castro Truentino, ripiegava a destra, percorrendo la via dell’Adriatico, e mettendo in comunicazione Castro Truentino e Castro Nuovo con Atri: probabilmente era chiamata Salaria, perchè i Sabini trasportavano per essa il sale dall’agro Palmense, Pretuziano ed Atriano, ove erano importantissime saline: Salaria via, dice Festo, Romae est appellata, quia per eam Sabini sal a mare deferebant. Le altre due vie, che passavano per Castrum Novum, erano la Metella e la Raussa, strumento principalissimo della ricchezza e del commercio di tutta la Regione Pretuziana. La prima, costruita o restaurata nel 563 di Roma dal Console Lucio Cecilio Metello, uscendo dalla Metropoli saliva su per gli Appennini orientali, e metteva capo in quelle gole che si aprono fra le montagne di Campli e di Civitella, penetrando poscia nel Pretuzio pel luogo detto Rocca Santa Maria: essa terminava nella Salaria presso Castrum Novum. La seconda è a noi nota per una iscrizione, scolpita su tavola di bronzo, rinvenuta da non molti anni nel piano della Guardia: essa è del seguente tenore:
..... IL .....
..... OL ..... ET ....
..... PRAETORE
TVM..... QVO...... DE..... EA.....
..... DICTATORE ..... CONSVLE. I.....
VIAE RAVSSAE ...... NON ..... POST .....
O. FVII.
La Via Raussa, oltre all’offrire una facile comunicazione fra i Pretuziani, i Palmensi e gli Atriani, era di grande interesse stra-