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CAPITOLO XIV.

Ortona— Lanciano — Vasto.


La Città di Ortona siede a cavaliere di amena e ridente collina, che sporge sul mare adriatico, avendo ad oriente le isole diomedee, ad occidente il monte Majella ed il Gran Sasso d’Italia. Antichissima Città de’ Frentani, ad egual distanza tra i fiumi Aterno e Saro, viene essa ricordata, non solo nell'itinerario di Antonino e nella tavola di Peutinger, ma altresì da Tolomeo, da Strabono e da Plinio 1, che la colloca nella IV regione d’Italia, dopo Istonio e Buca, e prima di Aterno nella spiaggia marittima de’ Frentani: In ora Frentanorum a Tiferno: fluimen Trinium portuosum, Oppida: Histonium Buca, Ortona; Aternus animnis; intus Anxani cognomine Frentani.

Ignota è la sua origine, giacché non regge alle critica la opinione di coloro che la vogliono fondata dagli Aborigeni e da’ Liburni, gentes ferae et magna ex parte latrociniis maritimis infames, come scrisse Plinio.

Ortona deve la sua principale importanza dall'essere stata porto de’ Frentani, i quali, secondo Strabone, vi avevano le loro armate e le navi commerciali.

Riferiscono Polidoro e Romanelli che essa ebbe divinità e templi sontuosi, tra cui quelli consacrati a Giano e ad Iside, un collegio di fabbri lanari e navicolarj, quatuorviri, duumviri, seviri augustales e Prefetti di Fabbri; ma le

  1. Plinio, Hisf. Mundi lib. III. Toltomeo con manifesto errore la colloca nei Peligni, chiamandola Orton all’uso dei Greci, erronea opinione seguita dall’autore del libro delle origini italiche (che si attribuisce a Catone): Marruccini et Peligni, in quihus Cursellum, Orton et Sulmo. Il Romanelli (Scoverte Patrie di Città distrutte etc. Napoli 1805 vol. 2° pag. 238 sq.) con buone e valide ragioni combatte il Camarra, che vuol riconoscere nell’Opxiov di Strabone la nostra Ortona: Strabone è seguito dal Volterrano (Comment. Urban. L. VI), dall’Ortelio, dal Ferrari, dal Baudrant, dall’Ughelli, dall’Alberti e da altri. V. Ortelio Thesaurus Geographicus, V. Orton, Ferrari (Lexicon Geogr. cum suppl. Baudrant, Ughelli, op. c. Vol. VI, col. 773; Alberti, Descriz. d’Italia, Peligni, etc. Romianelli segue in ciò Cluverio (Ital. antiqua, Lib. IV cap. 9) e il Cellario (Geogr. ant. lib. II, c. 9.)