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quel Castello dell’Aquila, contrattò con Giovanni di Maestro Zittio di S. Vittorino, che avendo quello promesso all'Arciprete di far lavorare dal Maestro Nicolò orefice una Croce precessionale di argento, sculta ed indorata a somiglianza di quella di S. Silvestro, per la quale aveva ricevuto otto libbre e mezzo di argento di carlini; che essendo morto quell'artefice facesse da altri compire quel lavoro.

Appartengono ancora al nostro Nicolò il piedistallo della statua di S. Massimo, che oggi più non esiste; le quadre antiche statue di argento de’Protettori di Aquila; la bella Croce di Monticchio; l’antica Croce di S. Silvestro di Aquila; il piede di un reliquiario sotto forma di tempietto gotico, diviso in nicchie tricuspidali con i dodici Apostoli, portanti ciascheduno una scritta; una bella base di statua con figure, armi e stemmi 1; ed altri lavori, che qui lungo sarebbe

  1. La bella Croce per la Chiesa Maggiore di Lanciano, in grandi proporzioni, nella quale si vedono condotte a rilievo le immagini de’dodici Apostoli, de’ quattro Evangelisti, ed altre figure di Santi e Dottori bellamente cesellate, venne eseguita da Andrea di Guardiagrele, padre del nostro Nicola, anch'egli artista valentissimo e da nessuno de’nostri scrittori ricordato. E questa verità appare dalle seguenti iscrizioni, che vi si leggono: a dr.

    Hoc opus factum est

    tempore Abbatis Philippi

    Cappellani hujus Ecclesiae.


    nel rov.

    Hoc opus feci ego

    ANDREA DE GUARDIA

    A. D. MCCCCXXII.


    Mi rivolsi all'egregio Sindaco di Guardiagrele per avere altre notizie intorno all’insigne artista Nicolò; ma, a dire il vero, dalla cortese risposta, che Egli mi diresse, nulla di nuovo ebbi ad apprendere intorno alla vita ed alle opere di lui.

    Trascrivo qui il brano della lettera che lo riguarda:

    «La famiglia Gallucci di Guardiagrele si distinse sempre ne’ lavori di cesello; e fra tanti artisti di questa famiglia, Nicola Gallucci di Andrea sopra gli altri come Aquila vola. Il suo nome è stato oggi rivendicato dall’incuria dei tempi e dall’ignoranza degli uomini.

    Fra tante sue opere sparse in Francavilla a mare, in Fontecchio, in Roma stessa, merita speciale attenzione il Palliotto che gelosamente serbasi nella Città di Teramo, il quale fu valutato un milione di lire nell’ultima Esposizione di Milano. Esistono in Guardiagrele, terra natale del Gallucci, un calice cesellato di argento, che pesa un chilogramma; sotto la coppa è tre volte espresso il bollo con queste lettere; Nicolaus’Andree fecit, seguendo l’uso degli antichi epigrafisti latini, i quali mettevan per cognome il nome del padre, trattandosi di persone illustri. Esiste pure una Croce istoriata di grandissimo valore nella Chiesa di S. Maria maggiore di Guardiagrele, di proprietà Municipale, e due altre consimili Croci trovansi una in Chieti e l’altra in Roma».

    Anche nella Chiesa di S. Maria Maggiore di Francavilla a mare si con serva un lavoro pregevolissimo rii Nicola Gal lucci di Guardiagrele. E un ostensorio, a cui se ha recato molto nocumento l’ingiuria del tempo, resta tuttavia la impronta di una mano maestra nell'arte del cesello. Esso fu lavorato, come si legge nella epigrafe che segue, in caratteri Longobardi, nel 1413: Ego Namus Tempioni (?) et itniciis Benedictus filius meus Butius donamus istud Tahernaculum Ecclesie S. M. de Francavilla, quod factum est per manus Abbatis Nicolai Gallucii de Guardia, Archipresbyteri Francaville, ad usum Eucharistie. Nicolaus Andree de Guardia me fecit A. D. MCCCCXIII.

    Non mi pare che questa opera egregia sia ricordata dagli altri storici patrii. Essa è sommamente importante, non solo per l’eccellenza dell’arte del cesello, comune anche agli altri lavori, che di lui restano, ma perchè è il primo lavoro eseguito dal Gallucci, non conoscendosene altro che porti una data anteriore. Dal documento citato a p. 26, rilevasi che Nicolò fosse morto nel 1463, Pare dunque, dal primo lavoro 1413, all’ultimo 1462, che egli non avesse oltrepassato di molto l'età di anni settanta. Mi rivolsi Francavilla per sapere se all'egregio Sindaco di documenti esistessero negli archivii di quel Municipio riguardanti Nicola di Guardiagrele, ma egli, con sua cortese lettera del 6 Dic. 1887, N. 1496, mi ripose negativamente.