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mescolato qualche poco di oro e molto argento offerto dalle donne per loro divozione; e fu necessario condurre ingegneri di fuori, e fare molti artificii, come lasciò scritto il Muzii, e macchine solo a tale effetto per tirarla su la torre, spendendosi per tale egregia opera dalla città la somma, non lieve per quei tempi, di scudi ottomila. Questa campana, tra le più grandi degli Abruzzi, portava la seguente iscrizione:

Vivite concordes Terami populosa juventus:

Admonet hoc dulci vos Aprutina modo.

In ea dulci sonat pariter dum pecutit aera:

Convocat ad landes quemlibet ipsa Dei.

Horrida jam simplum latus en si pecutit haec est

Ipsa aversa sono civibus arma parat 1.


E il più volte citato Muzio de’ Muzii, nella sua Storia di Teramo ms. ricordando queste opere ed altre ancora, ben meritamente esclama: Considerate dunque quanti danari siensi spesi per edificar la nave superiore della Cattedrale, fatta tutto di nuovo; quanti in fabbricare ed alzare l’altra torre di detta Cattedrale; quanto nel lavoro delle pietre e del legname della porta maggiore; (le imposte oggi più non esistono; quelle che si vedono sono copia delle antiche, che dovevano essere bellissime, modellate su di un frammento, che si conserva) quanto nel fare un palliotto di argento assai più bello, dicono, di quello che oggi si vede, il quale fu rubato da’ soldati nel 1416; lascio al dirvi delle belle croci, del gran numero di calici ed incensieri di argento, che nelle depopulationi della città furon perduti o per bisogno venduti; considerate anche quanto si sia speso nell'edificare le Chiese ed i Monasteri, i pubblici palagi, tutti gli antichi ornamenti di argento, le Cappelle delle Chiese, tutte le doti

  1. V. anche Palma op. c. V. 2, pag. 171. Riccanole riporta l’iscrizione che vi si leggeva intorno: Mentem sanctam, spontaneam, honorem Deo et Patriae libertatem. Sir Franciscus Antonius et Magister Bartolomeus Doati me fecerunt, anno Domini 1483. Nove anni prima fu posto sopra l’altare maggiore del Duomo vago ed artificioso soffitto, detto Ciborio, che più non esiste; sulla punta della piramide, che si eleva nel campanile, venne fissata una sfera di rame dorato, sormontata da Croce di ferro parimente dorato, opera dell’egregio artifice M. Antonio di Lodi; e molte altre opere di arte furono eseguite.