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divenimmo, insieme a Truento, Castro e Beregra, Colonia militare, come lasciò scritto Frontino 1. Per quanto tempo i nostri antenati sopportassero l’indegno giogo, non si sa; ma è certo che la città venne riparata in appresso: nella linea longitudinale tra Interamnia ed Aesculum, l'Helvimitn tornò a dividere le due regioni.

Le divinità, che ottennero culto speciale da’Pretuziani, furono: Silvano, Giunone, Vesta, Feronia, alla quale le Matrone eressero un tempio, Marte pacifero, e principalmente Bacco, dediti com’erano alla coltura delle viti ed a produrre ottimi vini:

Tum qua vitiferos domitat praetutia pubes

laeta laboris agros.... 2

come ne fanno ampia fede, non solo le iscrizioni raccolte dal Muzii, da Delfico e da altri, illustrate da Giovan Berardino nel suo dotto libro « Interamnia Praetutia » ma altresì le non poche sculture a basso ed alto rilievo, su marmo, pietra e bronzo, rappresentanti grappoli, pampini ed alcune graziose figurine nude di bellissima fattura. Nel 1811 si scopersero alcuni avanzi di are appartenenti alla Pudicizia ed a Venere, collocate, cosa invero singolare, a breve distanza!

Anche nelle arti, e principalmente nella scultura e nel fondere metalli, i Pretuziani si mostrarono valentissimi: torsi di statue, alti e bassi rilievi, bellissimi genietti nudi; alcuni leoni, de’ quali tre grandissimi, di pietra indigena; idoli ed altri bronzi; non poche monete; ben congegnati pavimenti in musaico; squisite olle cinerarie, lucerne ed altri oggetti di creta provano che i nostri furono eccellenti artisti ed egregi anche nella figulina.

Nel 1804, presso la Chiesa di S. Caterina, vennero scoperte fornaci da cuocer creta e vetri, e ruderi immensi, colonne, capitelli, alcuni fregi di architrave con metope esprimente arnesi di guerra e fatti militari. Ma l’eccellenza dell’industria, dell’arte e dell’architettura presso i nostri antichi ci vien provata dalla istituzione del Collegio de Centonarii e de’ Lanari, e dagli avanzi

  1. De Coloniis.
  2. Silio Italico. Punic. Lib. XIV.