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comune de’Pretuzi. Nelle carte di Farfa spesso ritrovasi Teramo vocata Civitas Aprutina. Quindi l’Abruzzo vero fu per l’appunto il distretto Teramano proprio; quando poi il nome cantonale venisse esteso ed applicato alle altre regioni limitrofe, resta incerto.

I popoli italici, che colà ebbero loro stanza, appartennero alla gente umbro-sabellica, che in tempi remoti occupò il paese detto Savinium, ossia Samnium. Ovidio Sulmonese chiama i suoi connazionali addirittura Sabelli. Essi, preso possesso di tutto l’odierno Abruzzo, ebbero colà per confine le contrade degli Equi ed Ernici, la Sabina, la Campania, ed il Sannio proprio. Si divisero in tribù, chiamate Pretuzi, Vestini, Marrucini, Frentani, Peligni e Marsi. Menarono vita agricola e pastorale.

II mare dalla lor parte essendo senza buoni porti, non li spingeva a grandi imprese di commercio, nè invitava popoli stranieri a fondarvi, sulle coste, delle colonie. La Puglia, la Calabria, il Sannio si gloriano di miti, che connettono la loro civiltà primitiva con Ercole, e con gli eroi di Troia e di Creta. Anche l’Abruzzo non difetta di simili favole antiquarie: cosi Sulmona si diceva fondata da Solimone re di Frigia, e Teate dalla madre di Achille, ed il popolo de’ Marsi si dava per discendente da Marsia Duce di Lidia.

Su tutta la linea dell’Adriatico, verso settentrione, i popoli maggiori incominciano non prima di Ancona, unica città dell’Italia mediana di origine