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DOCUMENTO XV.

Lettera per la Zecca di Torriglia.


Vi si rimandano gli otto sacchetti sigillati nella medesima maniera, con che gli avete mandati, essendosi convenuto col S. Paris Tasca che vi si cambi l’impronta dell’armi la quale debba essere conforme totalmente al disegno che ne vedrete qui incluso. Il motto che accompagnerà la detta arma sarà questo simul tutantur et ornant. Quello che doverà accompagnare l’effigie della virtù che anderà impressa nell’altra parte della moneta sarà: Pulchra virtutis imago.

Riformate che saranno nella detta maniera, ce le rimanderete quà in palazzo, perchè vogliam assicurarci che in ciaschedun degli ottavetti sia stata eseguita nostra mente.

Avvertirete però, che non intendiamo, che con questo restino diminuite di peso. Le quali cose tutte farete intendere a Gio. Paolo Guano, ed all’intagliatore e Dio vi guardi. Genova 16 marzo 1667.

Ci occorre soggiungervi che procuriate, che le due code del corpo, ch’entra nell’arma siano più distese o vogliamo dire unite e l’una più vicino all’altra, e che i detti corpi si facciano più grossi che sarà possibile, cioè comporterà lo scudetto dentro il quale vanno; in somma che sieno totalmente simili al disegno che se ne manda.

D.a Viol. Lom. Doria