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provigione di trentacinque mila scudi annui. Ma ben presto lo stesso Papa, trovandosi alle strette, lo consigliò a ritornare al servizio del Re di Francia, che molto onorevolmente lo accolse, e lo nominò Capitano Generale del mare. Sposò quindi Peretta Usodimare, nipote di Papa Innocenzo VIII‎, e poco dopo aiutò Cesare Fregoso a scacciare da Genova Antoniotto Adorno; quindi la città passò altra volta sotto la protezione del Re di Francia, che, per ricompensarlo di tanto servizio, lo fe’ Cavaliere dell’Ordine di S. Michele. Il Doria si portò poscia in Sardegna e molto danno arrecò ai nemici di Francia, e Filippino Doria colle galee di Andrea ruppe l’armata imperiale presso Napoli, ed uccise il Moncada, che n’era capitano.

Il Re di Francia non pensava intanto a dare a Genova quella libertà, che il Doria bramava, anzi voleva staccare dal dominio di essa Savona, per così indebolirla. L’Ammiraglio, mal soddisfatto perciò, e perchè ancora gli venivan rattenute le paghe, passò al servizio dell’Imperatore Carlo V; e, dopo aver liberato dall’assedio Gaeta e soccorso Napoli, cacciò i Francesi da Genova, e diede alla Repubblica una forma di governo, che, se non era la più libera che desiderar si potesse, era certo però quella, che Genova poteva allora sostenere, e che le universali condizioni di Europa permettevano1. «So,

  1. Lo scopo di questo mio lavoro non mi permette di fermarmi a trattare, come pur bramerei, della Riforma dello Stato di Genova