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Il prevenirne la Direzione non era già un mio obbligo, ma un atto di convenienza e di gentilezza, e voglio provare in faccia al pubblico che non ho mancato nemmeno a questo.

Quando s’ incominciarono a vociferare le pretese dei signori Bergamaschi e consorti, circa la sospensione della linea da Brescia a Milano, e circa il di lei mutamento nell’ altra per Bergamo e Monza, io era a Vienna, e vi erano anche i due direttori signori Reali e Brambilla.

In una conferenza eh’ io ebbi con esso loro per affari della strada di ferro, ho dichiarato loro francamente e schiettamente che, se la linea da Brescia a Milano sarà mutata, od anche soltanto se i lavori di quella linea saranno sospesi per dar tempo alle pratiche degli oppositori, io mi torrò definitivamente dall’ opera nel primo caso, e sospenderò la mia ingerenza sino a cose chiare nel secondo, perchè era convinto che il mutare la linea era un grave danno pubblico e dell’ impresa, e che anche il solo sospenderla era del pubblico e dell’ impresa un grosso scapito.

Il mio rapporto 24 giugno 4840 (Allegato AA % ) diretto alla Direzione, conclude così!

« È ormai tempo, è ormai giusto che anche noi eleviamo la voce dopo tanti rimpro» veri, dopo tante accuse d’ imperizia che ci furono dirette, è ormai tempo che il pubblico » ed il Governo sappiano ciò che la Direzione e l’ingegnere in capo hanno fatto pel bene » dell’opera e che io non presi parte in quest’ opera, nè vi rimarrò per essere vergo» gnoso strumento di qualche speculazione di borsa diretta al rapido arricchimento d’ al» cuni, ed al danno di molti ».

Nella memoria 20 giugno 1840 — Qual linea seguir debba, ec. — ho stampato!

« Nella ferma risoluzione in cui siamo di toglierci da ogni di lei ingerenza se fosse » per essere colta da ciò che noi crediamo, e crediamo di aver dimostrato una grande di » lei sventura. »

Nell’altra memoria intitolata — Dietro quali considerazioni generali, ec. — quando la lessi alla Direzione nella seduta del 16 luglio 1840, concludeva così:

« Se dunque sarà deciso che si debbano cominciare i lavori da un estremo solo, 9* qualunque dei due egli jia, io non posso prestarmi, e rinuncierò ad ogni mia ingerenti za nélV impresa.

99 Perchè con questo sarebbe lesa quella libertà di azione che, nello studio, nella com99 pilazione del progetto e nella direzione dell’opera richiesi alla Commissione fondatrice^ » e mi fu garantita dal mio contratto colla Direzione della società.

» Perchè potrebbe condurmi in fine alla esecuzione di una parte sola della strada, 99 alla parte veneta, contro il qual fatto protestai solennemente prima di accettare l’oflfer99 ta fattami dalla Commissione fondatrice, dichiarandole che avrei assunto l’esecuzione 99 del tutto, ma non mai quella di una parte, e questo non per orgoglio, ma pel convin99 cimento, in cui era ed in cui sono, che la strada di ferro da Venezia a Milano non può 99 essere fatta bene ed utilmente che sotto la direzione di una mente sola, sia questa la 99 mia, o quella di un altro.

99 In fine, e questo per me è il più importante, perchè sarebbe cosa a cui la mia co99 scienza ripugna.

99 Sarebbe un atto d’ingratitudine verso sua Maestà l’Imperatore nostro che conceden99 do il privilegio alla società lombardo-veneta per una strada di ferro da Venezia a Mi» lano sopra la linea proposta, mirò nelle di lui cure paterne alla maggior utilità pubbli99 ca, con l’ onesta utilità degli azionisti, nè certo potrebbe ravvisare come atto di gratitu- Google