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atto terzo | 59 |
un disastro per voi? Parlate.
Neocle ed Aspasia. Oh Dio!
SCENA X
Rossane, Lisimaco con séguito di greci, e detti.
Lisimaco. Serse, da me che vuoi?
Serse. Voglio presenti
Lisimaco e Rossane...
Lisimaco. I nuovi oltraggi
ad ascoltar d’Atene?
Rossane. I torti miei
di nuovo a tollerar?
Lisimaco. D’Aspasia infida
a veder l’incostanza?
Aspasia. Ah! non è vero;
non affliggermi a torto,
Lisimaco crudele: io son l’istessa.
Perché opprimer tu ancora un’alma oppressa?
Serse. Come! voi siete amanti?
Aspasia. Ormai sarebbe
vano il negar: troppo giá dissi.
Serse. (ad Aspasia) E m’offri
tu la tua man?
Aspasia. D’un genitor la vita
chiedea quel sacrifizio.
Serse. (a Lisimaco) E del tuo bene
tu perseguiti il padre?
Lisimaco. Il volle Atene.
Serse. (Oh virtú che innamora!)
Rossane. Il greco duce
ecco s’appressa.