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atto terzo 321


perché il re non si vede?

dov’è Tamiri?
Tamiri.   È d’Alessandro al piede.
Alessandro. Sei tu la principessa?
Tamiri. Son io.
Agenore.   Signor, non dubitarne: è dessa.
Tamiri. Perdonare a’ nemici
sanno gli eroi; ma sollevarli al trono
sanno sol gli Alessandri. Io dirti i moti,
signor, non so, che per te sento in petto.
Vincitor ti rispetto, eroe t’onoro,
t’amo benefattor, nume t’adoro.
Alessandro. È gran premio dell’opra
render superbo un trono
di sí amabil regina.
Tamiri.   Ancor nol sono.
Alessandro. Ma sol manca un istante.
Tamiri. Odi. Agenore, amante,
la mia grandezza all’amor suo prepone.
Se alla grandezza mia posporre io debba
un’anima sí fida,
esamini Alessandro e ne decida.
Quel, che nel caso mio
Alessandro faria, far voglio anch’io.
Alessandro. E tu sapesti, amando... (ad Agenore)
Agenore.   Odila; e vedi
se usurpar déssi al trono
un’anima sí bella.
Alessandro. (a Tamiri)  E tu sí grata
dunque ti senti a lui...
Tamiri.   L’ascolta; e dimmi
se merita un castigo
tanta virtú.
Agenore.   Ma, principessa, or ora
lieta pur mi paresti
del nuziale invito.