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300 xxi - il re pastore


scoprirti ognun, che n’avverrebbe? È forse

un barbaro Alessandro? Abbiam sí poche
prove di sua virtú? Del re de’ persi
e la sposa e la madre
non sai...
Tamiri.   Lo so; ma la sventura mia
forse è maggior di sua virtú. Non oso
di metterla a cimento. Andiam.
Elisa.   Perdona;
puoi tornar sola. Io nulla temo, e voglio
cercare Aminta. (incamminandosi verso il padiglione)
Tamiri.   Aspetta: il tuo coraggio
m’inspira ardir. (risoluta)
Elisa.   Dunque mi segui.
  (incamminandosi come sopra)
Tamiri. (fa qualche passo, e poi s’arresta)  Oh Dio!
mille rischi ho presenti.
No, non ho cor.
Elisa.   Dunque mi lasci? (le fugge di mano)
Tamiri.   Ah! senti.
               Al mio fedel dirai
          ch’io son... ch’io venni... Oh Dio!
          tutto il mio cor tu sai:
          parlagli col mio cor.
               Che mai spiegar, che mai
          dirti di piú poss’io?
          Tu vedi il caso mio,
          e tu conosci amor. (parte)

SCENA II

Elisa, poi Agenore.

Elisa. Questa del campo greco

è la tenda maggior: qui l’idol mio
certo ritroverò.