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262 xx - ipermestra


Plistene. (confuso)  Nol so.

Linceo. (turbato)  Nol sai?
Era teco pur or.
Plistene.   Sí... Ma... Non vidi
dove rivolse i passi, e non osai
spiarne l’orme.
Linceo. (con ironia)  Il tuo rispetto ammiro.
Rinvenirla io saprò. (vuol partire)
Plistene. (agitato)  Senti.
Linceo.   Che brami?
Plistene. Molto ho da dirti.
Linceo.   Or non è tempo. (vuol partire)
Plistene.   Amico,
férmati; non partir.
Linceo.   Tanto t’affanni
perch’io non vada ad Ipermestra?
Plistene.   Andrai:
per or lasciala in pace.
Linceo.   In pace? Io turbo
dunque la pace sua? Dunque tu sai
che in odio le son io.
Plistene.   No.
Linceo.   Che ad alcuno
dispiaccia il nostro amor?
Plistene.   Nulla so dirti;
tutto si può temer.
Linceo.   Senti, Plistene:
se temerario a segno
si trova alcun, che a defraudarmi aspiri
un cor che mi costò tanti sospiri;
se si trova un audace,
che la bella mia face
pensi solo a rapir, di’ che paventi
tutto il furor d’un disperato amante.
Digli che un solo istante
ei non godrá del mio dolor; che andrei