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20 xvi - temistocle


Lisimaco. Ma di qual uso a voi

Temistocle esser può?
Serse.   Vi sará noto,
quando si trovi in mio poter.
Lisimaco.   Finora
dunque non v’è?
Serse.   Né, se vi fosse, a voi
ragion ne renderei.
Lisimaco.   Troppo t’accieca
l’odio, o signor, del greco nome; e pure
se in pacifico nodo...
Serse.   Olá! di pace
ti vietai di parlarmi.
Lisimaco.   È ver; ma...
Serse.   Basta!
Intesi i sensi tuoi;
la mia mente spiegai: partir giá puoi.
Lisimaco.   Io partirò; ma, tanto
     se l’amistá ti spiace,
     non ostentar per vanto
     questo disprezzo almen.
          Ogni nemico è forte,
     l’Asia lo sa per prova;
     spesso maggior si trova,
     quando s’apprezza men. (parte)

SCENA IX

Serse, Sebaste, Temistocle e Neocle.

Serse. Temistocle fra’ persi

credon, Sebaste, i greci? Ah! cerca e spia
se fosse vero: il tuo signor consola.
Questa vittima sola
l’odio, che il cor mi strugge,
calmar potrebbe.