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atto terzo | 229 |
dirò... Misera me! s’oscura il giorno!
balena il ciel! L’hanno irritato i miei
meditati spergiuri. Aimè! lasciate
ch’io soccorra il mio ben, barbari dèi.
Voi m’impedite, e intanto
forse un colpo improvviso...
Ah! sarete contenti; eccolo ucciso.
Aspetta, anima bella: ombre compagne
a Lete andrem. Se non potei salvarti,
potrò fedel... Ma tu mi guardi e parti!
Non partir, bell’idol mio:
per quell’onda — all’altra sponda
voglio anch’io passar con te.
Voglio anch’io...
Me infelice!
che fingo, che ragiono?
dove rapita sono
dal torrente crudel de’ miei martíri? (piange)
Misera Berenice, ah’! tu deliri.
Perché, se tanti siete
che delirar mi fate,
perché non m’uccidete,
affanni del mio cor?
Crescete, oh Dio! crescete,
fin che mi porga aita,
con togliermi di vita,
l’eccesso del dolor. (parte)