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228 xix - antigono


Demetrio. Oh assalto! oh padre! oh Berenice! oh amore!

Berenice. Dirò che tua son io
fin da quel giorno...
Demetrio.   Addio, mia vita, addio.
Berenice. Dove... (aimè!) dove corri?
Demetrio. A morire innocente. Anche un momento
se m’arresti, è giá tardi.
Berenice.   Oh Dio, che dici!
Io manco... Ah! no...
Demetrio.   Deh! non opporti. Appena
tanta virtú mi resta
quanta basta a morir: lasciami questa.
          Giá che morir degg’io,
     l’onda fatal, ben mio,
     lascia ch’io varchi almeno
     ombra innocente.
          Senza rimorsi allor
     sará quest’alma ognor,
     idolo del mio seno,
     a te presente. (parte)

SCENA VII

Berenice sola.

Berenice, che fai? Muore il tuo bene,

stupida, e tu non corri!... Oh Dio! vacilla
l’incerto passo; un gelido mi scuote
insolito tremor tutte le vene,
e a gran pena il suo peso il piè sostiene. (si appoggia)
Dove son? Qual confusa
folla d’idee tutte funeste adombra
la mia ragion? Veggo Demetrio; il veggo
che in atto di ferir... Férmati, vivi:
d’Antigono io sarò. Del core ad onta,