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atto primo | 17 |
SCENA VI
Aspasia sola.
vien Lisimaco istesso! Ah! l’incostante
giá m’obbliò: mi crede estinta, e crede
che agli estinti è follia serbar piú fede.
Questo, fra tanti affanni,
questo sol mi mancava, astri tiranni.
Chi mai d’iniqua stella
provò tenor piú rio?
chi vide mai del mio
piú tormentato cor?
Passo di pene in pene;
questa succede a quella;
ma l’ultima, che viene,
è sempre la peggior. (parte)
SCENA VII
Luogo magnifico destinato alle pubbliche udienze. Trono sublime da un lato. Veduta della cittá in lontano.
Temistocle e Neocle: indi Serse e Sebaste
con numeroso séguito.
il tuo pensier. Temo ogni sguardo, e parmi
che ognun te sol rimiri. Ecco i custodi
e il re: partiam.
Temistocle. Fra il popolo confusi
resteremo in disparte.
Neocle. È il rischio estremo.