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atto terzo | 167 |
la consolare autoritá.
Regolo. Rimango,
Manlio, su la tua fé; ma...
Manlio. Basta: intendo.
La tua gloria desio,
e conosco il tuo cor: fidati al mio.
Fidati pur: rammento
che nacqui anch’io romano;
al par di te mi sento
fiamme di gloria in sen.
Mi niega, è ver, la sorte
le illustri tue ritorte;
ma, se le bramo invano,
so meritarle almen. (parte)
SCENA III
Regolo, Publio.
tanto or si suda a conservar la fede!
Dunque... Ah! Publio, e tu resti? e sí tranquillo
tutto lasci all’amico
d’assistermi l’onor? Corri, proccura
tu ancor la mia partenza. Esser vorrei
di sí gran benefizio
debitore ad un figlio.
Publio. Ah! padre amato,
ubbidirò; ma...
Regolo. Che? sospiri! Un segno
quel sospiro saría d’animo oppresso?
Publio. Sí, lo confesso,
morir mi sento;
ma questo istesso
crudel tormento