Pagina:Metastasio, Pietro – Opere, Vol. IV, 1914 – BEIC 1885923.djvu/105


atto secondo 99


voi la valle de’ mirti

andate a circondar. Colá verranno
e Tiridate e Radamisto. Ascosi,
lasciateli pugnar; ma, quando oppresso
cada un di loro, il vincitor giá stanco
resti da voi trafitto. Andate, e meco
qualcun rimanga. (partono i seguaci, a riserva di pochi)
  A Tiridate or deggio
il messaggio inviar. Ma i miei non sono
atti a tal opra: ei scoprirebbe... È meglio
che una ninfa o un pastor... Ma non è quella
che giunge... Oh fausti dèi! Vedete, amici:
quella è Zenobia; io la consegno a voi.
Con forza o con inganno, allor ch’io parto,
conducetela a me. Piú non avrei
or che bramar, se fosse mio quel core,
o se potessi almeno
saper chi mel contende. Ambo i rivali
morranno, è ver; ma l’odio mio fra loro
determinar non posso, e l’odio incerto
scema il piacer della vendetta. Io voglio
scoprir l’arcano. Una menzogna ho in mente,
che l’istessa Zenobia a dirmi il vero
costringerá.
Zenobia.   Che veggo!
Tu in Armenia, o Zopiro!
Zopiro.   Ah! principessa,
giungi opportuna: un tuo consiglio io bramo,
anzi un comando tuo. D’affar si tratta,
che interessa il tuo cor.
Zenobia.   Del mio consorte
or vado in traccia.
Zopiro.   Il perderlo dipende
o il trovarlo da te.
Zenobia.   Che!
Zopiro.   Senti. Io deggio