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ATTO TERZO

SCENA I

Bipartita, che si forma dalle rovine di un antico ippodromo, giá coperte in gran parte d’edera, di spine e d’altre piante selvagge.

Megacle, trattenuto da Aminta per una parte, e dopo Aristea, trattenuta da Argene per l’altra: ma quelli non veggono queste.

Megacle. Lasciami! Invan t’opponi.

Aminta.   Ah! torna, amico,
una volta in te stesso. In tuo soccorso
pronta sempre la mano
del pescator, ch’or ti salvò dall’onde,
credimi, non avrai. Si stanca il cielo
d’assister chi l’insulta.
Megacle.   Empio soccorso!
inumana pietá! negar la morte
a chi vive morendo. Aminta, oh Dio!
lasciami!
Aminta.   Non fia ver.
Aristea.   Lasciami! Argene.
Argene. Non lo sperar.
Megacle.   Senz’Aristea non posso,
non deggio viver piú.
Aristea.   Morir vogl’io
dove Megacle è morto.
Aminta. (a Megacle)  Attendi.
Argene. (ad Aristea)  Ascolta.