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atto secondo 41


               Se cerca, se dice:

          — L’amico dov’è?
          — L’amico infelice, —
          rispondi, — morí. —
               Ah! no, sí gran duolo
          non darle per me:
          rispondi, ma solo:
          — Piangendo partí. —
               Che abisso di pene
          lasciare il suo bene,
          lasciarlo per sempre,
          lasciarlo cosí! (parte)

SCENA XI

Licida ed Aristea.

Licida. Che laberinto è questo! Io non l’intendo.

Semiviva Aristea... Megacle afflitto...
Aristea. Oh Dio!
Licida.   Ma giá quell’alma
torna agli usati uffizi. Apri i bei lumi,
principessa, ben mio.
Aristea. (senza vederlo)  Sposo infedele!
Licida. Ah! non dirmi cosí. Di mia costanza,
ecco, impegno la destra. (la prende per mano)
Aristea.   Almeno... Oh stelle!
  (s’avvede non esser Megacle, e ritira la mano)
Megacle ov’è?
Licida.   Partí.
Arjstea.   Parti l’ingrato?
ebbe cor di lasciarmi in questo stato?
Licida. Il tuo sposo restò.
Aristea. (s’alza con impeto)  Dunque è perduta
l’umanitá, la fede,