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324 | xv - ciro riconosciuto |
Dammi, o sposa, un solo amplesso;
dammi, o figlio, un bacio solo.
Ah! non piú: da voi m’involo;
ah! lasciatemi partir.
Sento giá che son men forte;
sento giá fra’ dolci affetti
e di padre e di consorte
tutta l’alma intenerir. (parte)
SCENA X
Mandane e Ciro.
Mandane. Ciro, attendimi: io temo
qualche nuova sventura; il mio consorte
voglio seguir. Te d’Arpago l’avviso
ritrovi in questo loco.
Ciro. Or che paventi?
Mandane. Figlio mio, nol so dir: tremo, per uso
avvezzata a tremar. Sempre vicino
qualche insulto mi par del mio destino.
Benché l’augel s’asconda
dal serpe insidiator,
trema fra l’ombre ancor
del nido amico;
ché il muover d’ogni fronda,
d’ogni aura il susurrar
il sibilo gli par
del suo nemico. (parte)