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atto terzo 321


Astiage.   (Sentiam.)

Mandane.   Quel finto
Ciro che cadde estinto...
Ciro.   Il re s’appressa.
Cambise. Ecco un nuovo periglio.
Mandane.   Ecco le nostre
contentezze impedite.
Astiage. Seguite pur, seguite; io non disturbo
le gioie altrui: ma che ne venga a parte
parmi ragion. Via! chi di voi mi dice
dell’istoria felice
l’ordin qual sia? Chi liberò costui?
  (accennando Cambise)
chi Ciro conservò? dove s’asconde?
Ciro. (Aimè!)
Astiage.   Nessun risponde? Anche la figlia
m’invidia un tal contento! Olá! s’annodi
ad un tronco Cambise...
Mandane. Ah! no.
Astiage.   Lode agli dèi,
a parlar cominciasti.

SCENA VII

Arpago in disparte e detti.

Arpago.   (Ecco il tiranno:

per trarlo al tempio il cerco appunto.)
Astiage. (a Mandane)  Or dimmi:
qual è Ciro, e dov’è? Nulla tacermi,
o sotto agli occhi tuoi, segno a piú strali,
cadrá Cambise...
Arpago.   (Ei sa che Ciro è in vita
dunque, ma non ch’è Alceo.)
Mandane.   Barbare stelle!