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320 xv - ciro riconosciuto


Mandane.   Eterni dèi!

non è quegli il mio Ciro? Ove son mai?
fra l’ombre o fra’ viventi?
Cambise.   (Io dunque, oh folle!
credo a que’ detti infidi?)
No, cadi!... (in atto di ferire)
Mandane.   Ah, sposo! ah, che il tuo figlio uccidi! (s’alza)
Cambise. Uccido il figlio! (resta immobile)
Mandane. (abbracciandolo) Oh caro figlio! oh cara
parte dell’alma mia!
Cambise.   Stelle! o deliro,
o delira Mandane. E questi è Ciro?
Mandane. Sí. Chi mai lo difese
dal paterno furor? qual sangue mai
il tuo ferro macchiò? Di Trivia al fonte
tu l’attendevi pur.
Cambise.   No, non vi giunsi;
ché, partendo da te, per via m’avvenni
ne’ reali custodi. Essi di nuovo
mi volean prigionier: di loro alcuni
io trafissi, e fuggii. Perciò con questo
ferro tinto di sangue...
Mandane.   Intendo il resto.

SCENA VI

Astiage in disparte con séguito, e detti.

Astiage. (Qui Cambise, e disciolto!)

Cambise. Ma Ciro non morí? (a Mandane)
Mandane.   No.
Astiage.   (Ciel, che ascolto!)
Mandane. N’ebber cura gli dèi.
Cambise.   Spiègati, o sposa.
Mandane. Odi.