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26 | xi - olimpiade |
Aristea. E vincerai?
Megacle. Lo spero.
Aristea. Dunque, allor non son io,
caro, la sposa tua?
Megacle. Mia vita... Addio!
Ne’ giorni tuoi felici
ricòrdati di me.
Aristea. Perché cosí mi dici,
anima mia, perché?
Megacle. Taci, bell’idol mio.
Aristea. Parla, mio dolce amor,
Megacle. | Ah! che, parlando, | ![]() |
oh Dio! |
Aristea. | Ah! che, tacendo, |
A due. tu mi trafiggi il cor.
Aristea. (Veggio languir chi adoro,
né intendo il suo languir.)
Megacle. (Di gelosia mi moro,
e non lo posso dir.)
A due. Chi mai provò di questo
affanno piú funesto,
più barbaro dolor!