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306 | xv - ciro riconosciuto |
io porrò perch’ei venga.
Cambise. (sempre in atto di partire) Intesi.
Mandane. Ascolta.
Ravvisarlo saprai?
Cambise. Sí, l’ho presente:
parmi vederlo.
Mandane. Ah! sposo,
non averne pietá: passagli il core;
rinfacciagli il delitto;
fa’ che senta il morir...
Cambise. Non piú, Mandane:
il mio furor m’avanza:
non inspirarmi il tuo; fremo abbastanza.
Men bramosa di stragi funeste,
va scorrendo l’armene foreste
fiera tigre che i figli perdé.
Ardo d’ira, di rabbia deliro;
smanio, fremo; non odo, non miro
che le furie, che porto con me. (parte)
SCENA X
Mandane e poi Ciro.
tremo in vederlo! Una mentita calma
mi rassereni il ciglio.
Ciro. Madre mia, cara madre, ecco il tuo figlio!
Mandane. (Che traditor!)
Ciro. Pur Mitridate alfine
consente che al tuo sen...
Mandane. Ferma! (Chi mai
sí reo lo crederia!)
Ciro. Numi, quel volto