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304 xv - ciro riconosciuto


Cambise. (si turba)  Aimè!

Mandane.   Da lui
fu, se pur non mentisce,
sotto nome d’Alceo, come suo figlio,
Ciro nutrito.
Cambise.   E Alceo si chiama?
Mandane.   Alceo.
Cambise. Oh nera frode! oh scellerati! oh troppo
credula principessa!
Mandane.   Onde, o Cambise,
queste smanie improvvise?
Cambise.   Alceo di Ciro
è il carnefice indegno. Il colpo è stato
del tuo padre un comando.
Mandane.   Ah! taci.
Cambise.   Io stesso
celato mi trovai
dove Astiage l’impose: io l’ascoltai.
Mandane. Quando? a chi?
Cambise.   Non rammenti
che lá nella capanna
di Mitridate a frastornar giungesti
le furie mie?
Mandane.   Sí.
Cambise.   Colá dentro ascoso,
vidi che il re venne a proporre il colpo
a Mitridate. Ei col suo figlio Alceo
Ciro uccider promise;
e appunto il figlio Alceo fu che l’uccise.
Mandane. Misera me!
Cambise.   Dubiti ancor? Non vedi
che teme Mitridate
la tua vendetta, e, per salvare il figlio,
questa favola inventa? Arpago, a cui
tanto incresce di noi, parti che avrebbe
taciuto infino ad ora?