Pagina:Metastasio, Pietro – Opere, Vol. III, 1914 – BEIC 1885240.pdf/304

298 xv - ciro riconosciuto


Arpago. Sparse il sangue real.

Arpalice.   Senza saperlo,
assalito...
Arpago.   Non piú: va’.
Arpalice.   Se nol salvi,
l’umanitade offendi.
Ah! della figlia il difensor difendi.
Arpago. E se il tuo difensore
un traditor poi fosse?
Arpalice.   Un traditore!
          Guardalo in volto, e poi,
     se tanto core avrai,
     chiamalo traditor.
          Come negli occhi suoi,
     bella chi vide mai
     l’immagine di un cor? (parte)

SCENA VII

Arpago e Ciro.

Arpago. Quel pastor sia disciolto; (alle guardie)

e parta ognun. (partono le guardie)
Ciro.   (Quanto la figlia è grata,
è cauto il genitor.)
Arpago.   Posso una volta
parlarti in libertá. Permetti ormai
che umile a’ piedi tuoi... (inginocchiandosi)
Ciro.   Sorgi: che fai?
Arpago. Il primo bacio imprimo
su la destra reale, onor dovuto
pur troppo alla mia fé. Ciro, perdona
se di pianto mi vedi umido il ciglio:
questo bacio, o signor, mi costa un figlio.