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274 xv - ciro riconosciuto


che impetuoso è questo

torrente di contenti! Oh figlio! oh sposo!
oh me felice! Arpago, amico, io sono
fuor di me stessa; e nel contento estremo
per soverchio piacer lagrimo e tremo.
               Par che di giubilo
          l’alma deliri,
          par che mi manchino
          quasi i respiri,
          che fuor del petto
          mi balzi il cor.
               Quanto è piú facile
          che un gran diletto
          giunga ad uccidere
          che un gran dolor! (parte)

SCENA IV

Arpago solo.

Sicuro è il colpo. Oggi farò palese

il vero occulto Ciro; oggi il tiranno
del sacrifizio atteso
la vittima sará. Con tanta cura
lo sdegno mio dissimulai, che il folle
non diffida di me. Sedotti sono,
fuor che pochi custodi,
tutti i suoi piú fedeli: infin Cambise
del disegno avvertii. Potete alfine,
ire mie, scintillar: fuggite ormai
dal carcere del cor; soffriste assai.
          Giá l’idea del giusto scempio
     mi rapisce, mi diletta;
     giá, pensando alla vendetta,
     mi comincio a vendicar.