![]() |
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. | ![]() |
260 | xiv - achille in sciro |
Mentre cantasi il coro che precede, scenderá dall’alto denso globo di nuvole, che prima ingombrerá, dilatandosi, gran parte della reggia, e scoprirá poi agli spettatori il luminoso tempio della Gloria, tutto adornato de’ simulacri di coloro ch’ella rese immortali. Si vedranno in aria innanzi al tempio medesimo la Gloria, Amore ed il Tempo, ed in sito men sollevato numerose schiere di lor seguaci.
La Gloria, Amore ed il Tempo.
rivali dèi, nuova cagione? Amore,
che a sedurmi i seguaci
sempre pensò; l’invido Tempo, inteso
ad oscurarmi ognor, come in un punto
cambia costume, e l’uno e l’altro amico
orma in volto non ha dell’odio antico!
Il Tempo. Non v’è piú sdegno in cielo.
Amore. A’ numi ancora
questa lucida aurora
messaggera è di pace. Oggi dell’Istro
su la sponda real l’anìme auguste
di Teresa e Francesco
stringe nodo immortale. Opra è d’Amore
la fiamma lor; ma di sí bella fiamma
deggio i princípi a te. Bastar potea
quella sola a destarla, onde son cinte,
maestosa beltá; ma trarla io volli
da fonti piú sublimi. Agli alti sposi
le scambievoli esposi
proprie glorie ed avite, e le comuni
vive brame d’onor. L’anime grandi
si ammirâro a vicenda, e sé ciascuna
nell’altra ravvisò. Le rese amanti
tal somiglianza. Indi in entrambe Amore
fu cagione ed effetto; in quella guisa