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atto terzo 259


ira e furor? Qual diverrebbe, o figlia,

se languir si vedesse
sempre in cure d’amor? Dove lo chiama
la tromba eccitatrice,
vada, ma sposo tuo. Ti torni al fianco,
ma cinto di trofei. Co’ suoi riposi
del sudor si ristori,
e col sudore i suoi riposi onori.
Achille. Sposa, Ulisse, che dite?
Deidamia.   Alle paterne
giuste leggi m’accheto.
Ulisse. Lieta il saggio decreto
ammirerá la Grecia.
Achille.   Or non mi resta
che desiar.
Licomede.   Gl’illustri sposi unisca
il bramato da lor laccio tenace;
e la gloria e l’amor tornino in pace.
Coro.   Ecco, felici amanti,
     ecco Imeneo giá scende:
     giá la sua face accende,
     spiega il purpureo vel.
          Ecco a recar sen viene
     le amabili catene,
     a voi, per man de’ numi,
     giá fabbricate in ciel.