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atto secondo | 227 |
giá di nuovo son chiare;
abbandona le piume e corre al mare.
Arcade. Hai pur tant’altri indizi.
Ulisse. Ogni altro indizio,
solo, è dubbioso: a questa prova unito,
certezza diverrá. Quella è la prova,
Arcade, piú sicura,
dove co’ moti suoi parla natura.
Arcade. Ma, se, come supponi,
ama Deidamia, anche palese, a lei
toglierlo non potrem.
Ulisse. Con l’arti occulte
pria s’astringa a scoprirsi; indi, scoperta,
assalirò quell’alma a forza aperta.
Le addormentate allora
fiamme d’onor gli desterò nel seno;
arrossir lo farò.
Arcade. Sí, ma non veggo
agio a parlargli. È custodito in guisa...
Ulisse. L’occasion si attenda; e, se non giunge,
nascer si faccia. Io tenterò...
Arcade. T’accheta:
vien Pirra a noi. Parlale adesso.
Ulisse. Eh! lascia
che venga per se stessa. Ad altro inteso
mi fingerò. Tu destramente intanto
osservane ogni moto.
SCENA II
Achille in disparte e detti.
che la Grecia inviò. Se la mia bella
non lo vietasse, oh qual diletto avrei