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212 xiv - achille in sciro


Achille.   Oh numi!

Nearco.   È vero
che è tuo quel cor; ma, se il rivale accorto
può lusingarla inosservata e sola,
chi sa, pensaci, Achille, ei te l’invola.
Achille.   Involarmi il mio tesoro!
     Ah! dov’è quest’alma ardita?
     ha da togliermi la vita
     chi vuol togliermi il mio ben.
          M’avvilisce in queste spoglie
     il poter di due pupille;
     ma lo so ch’io sono Achille,
     e mi sento Achille in sen. (parte)

SCENA IV

Nearco, e poi Ulisse ed Arcade dalle navi.

Nearco. Che difficile impresa,

Tetide, m’imponesti! Ogni momento
temo scoperto Achille. È ver che amore
lo tiene a fren: ma, se una tromba ascolta,
se rimira un guerrier, s’agita, avvampa,
sdegna l’abito imbelle. Or che farebbe,
se sapesse che Troia
senza lui non cadrá? che lui domanda
tutta la Grecia armata? Ah! tolga il cielo
che alcuno in questo lido
non venga a ricercarlo... Oh dèi! m’inganno
Ulisse! E qual cagione
qui lo conduce? Ah! non a caso ei viene.
Che farò? Mi conosce,
e nella reggia appunto
del genitor d’Achille. È ver che ormai
lungo tempo è trascorso. In ogni caso