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atto primo | 145 |
diventa in amore
sicuro tormento
l’incerto piacer. (parte)
SCENA IV
Sesto solo.
l’arbitrio di me stesso. Altro non odo
che il mio funesto amor. Vitellia ha in fronte
un astro che governa il mio destino.
La superba lo sa, ne abusa; ed io
né pure oso lagnarmi. Oh sovrumano
poter della beltá! Voi, che dal cielo
tal dono aveste, ah! non prendete esempio
dalla tiranna mia. Regnate, è giusto;
ma non cosí severo,
ma non sia cosí duro il vostro impero.
Opprimete i contumaci;
son gli sdegni allor permessi:
ma infierir contro gli oppressi!
questo è un barbaro piacer.
Non v’è trace in mezzo a’ traci
sí crudel, che non risparmi
quel meschin che getta l’armi,
che si rende prigionier. (parte)