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90 vi - semiramide
Sibari.   (Io temo e spero.)

Semiramide. Principi, il cor guerriero
dimostraste abbastanza: ognun ravvisa
nella vostra prontezza il vostro ardire.
Ah! le contrade assire
non macchi il vostro sangue. Io so che il campo
contendervi non posso, e nol contendo;
sol coi prieghi pretendo
la tragedia impedir. Vivete, e sia
prezzo di tanto dono
la vita mia, la mia corona, il trono.
Mirteo. No, desio vendicarmi.
Scitalce. No, l’ira mi trasporta.
Mirteo.   All’armi!
Scitalce.   All’armi!
Semiramide. (Oh giusti dèi, son morta!)
  (mentre si battono, esce frettolosa Tamiri)


SCENA ULTIMA

Tamiri e detti.

Tamiri. Mirteo, Scitalce, oh Dio!

fermatevi! Che fate?
È inutile la pugna: io la richiesi,
io piú non la desio.
Mirteo.   Se a te non piace,
è necessaria a me. Vendico i miei,
. . . . . . . . . . . . . . . . . . 
Semiramide.   Mirteo, t’inganni.
Io conosco Scitalce:
quell’Idreno non è.
Mirteo.   L’ascondi invano.
Nella reggia d’Egitto
Sibari lo conobbe; egli l’afferma.
Sibari. (Aimè!)
Scitalce.   Tu mi tradisci, (a Sibari)
perfido amico? È ver: mi finsi Idreno; (a Mirteo)
t’involai la germana.