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e poi...
Tamiri. Taci una volta.
Semiramide. (Ha vinto amore.)
Tamiri. A immagini sí fiere
oh, qual pietade ho intesa!
Semiramide. Tu parli di pietade, e sei l’offesa?
Tamiri. Troppo crudel mi vuoi.
Semiramide. Ma che vorresti?
Tamiri. Vorrei...
SCENA XI [IX]
Sibari e detti.
Scitalce è qui.
Semiramide. L’ascolterò fra poco:
di’ che m’attenda. (Sibari parte)
(a Tamiri) E ben, risolvi: a lui
condoni il fallo?
Tamiri. No.
Semiramide. Dunque, s’uccida.
Tamiri. Né pur.
Semiramide. Vedi ch’io deggio
Scitalce udir: spiegami i sensi tuoi.
Tamiri. Sí: digli...
Semiramide. Che?
Tamiri. Dirai... Di’ ciò che vuoi.
Non so se sdegno sia,
non so se sia pietá
quella che l’alma mia
cosí turbando va.
Forse tu meglio assai
l’intenderai di me.
Pensa che odiar vorrei,
pensa che il reo mi piace:
de’ giorni miei la pace
tutta confido a te. (parte)