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46 vi - semiramide
che déi tacer. M’avanza

molto ancor che spiegarti.
Scitalce.   (Oh tolleranza!)
Semiramide. Se la tua man mi porgi,
tutto in pace sará. Vedrá Mirteo
col felice imeneo
giustificato in noi l’antico errore.
Piú rivale in amore
non gli sará Scitalce. E quando uniti
voi siate in amistá, l’armi d’Egitto,
le forze del tuo regno, i miei fedeli,
se ben scoperta io sono,
saran bastanti a conservarci il trono.
Oh viver fortunato,
oh dolce uscir di vita,
con l’idol mio, col mio Scitalce unita!
Scitalce. (Se men la conoscessi,
al certo io cederei.)
Semiramide.   Perché non parli?
Scitalce. Promisi di tacer.
Semiramide.   Tacesti assai:
è tempo di parlar.
Scitalce.   Rendimi il brando:
altro a dir non mi resta.
Semiramide. Non hai che dirmi? E la risposta è questa?
Scitalce. Vuoi dunque ch’io risponda? Odimi. Esposto
degli uomini allo sdegno,
all’ira degli dèi,
prima d’esserti sposo, esser vorrei.
Semiramide. E questa è la mercede,
che rendi a tanto amore,
anima senza legge e senza fede?
Tradita, disprezzata,
ferita, abbandonata,
mi scopro, ti perdono,
t’offro il talamo, il trono;