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38 vi - semiramide
Mirteo. Deh! per pietá...

Semiramide. (con impeto)  Mirteo,
t’imposi di partir; basti. Cotesta
tua soverchia premura è poco accorta.
Mirteo. Ah, per me la pietá nel mondo è morta! (parte)


SCENA X

Semiramide, Scitalce, Sibari.

Semiramide. Come mi balza in petto

impaziente il cor! Piú non poss’io
con l’idol mio dissimular l’affetto.
Scitalce. Eccomi. A che mi chiedi?
Semiramide. (a Scitalce)  Or lo saprai.
Sibari, t’allontana. (a Sibari, che parte)
Scitalce.   A nuovi oltraggi
vuoi forse espormi?
Semiramide.   Oh Dio!
Non parliam piú d’oltraggi. Io di tua fede
tutto il valor conosco.
Di Tamiri il rifiuto
m’intenerí; mi fe’ veder distinto
che vero è l’amor tuo, che l’odio è finto.
Deh! non fingiamo piú. Dimmi che vive
nel petto di Scitalce il cor d’Idreno:
io ti dirò che in seno
vive del finto Nino
Semiramide tua; che per salvarti
ti resi prigionier; ch’io fui l’istessa
sempre per te, che ancor l’istessa io sono.
Pace, pace una volta: io ti perdono.
Scitalce. Mi perdoni! E qual fallo?
Forse i tuoi tradimenti?
Semiramide.   Oh stelle! oh dèi!