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atto secondo | 33 |
la speme nel mio sen,
come, dell’alba al pianto,
su l’umido terren
risorge il fiore.
Se guida mia si fa
l’amica tua pietá,
non temo del mio ben
tutto il rigore. (parte)
SCENA VI
Semiramide.
è una prova d’amor. Questa mi toglie
de’ tradimenti suoi
l’immagine dal cor; questa risveglia
le mie speranze, e questa
mille teneri affetti in sen mi desta.
T’intendo, Amor: mi vai
la sua fé rammentando, e non gl’inganni.
Quanto facile è mai
nelle felicitá scordar gli affanni!
Il pastor, se torna aprile,
non rammenta i giorni algenti;
dall’ovile all’ombre usate
riconduce i bianchi armenti,
e le avene abbandonate
fa di nuovo risonar.
Il nocchier, placato il vento,
piú non teme o si scolora;
ma contento in su la prora
va cantando in faccia al mar.
(parte col séguito de’ cavalieri e paggi)